Strumenti per la ricerca
Il fondo "Marche liberate" è costituito da circa 6500 documenti di fonte angloamericana, restituiti in copia e volti al recupero storico del ruolo degli Alleati nella Liberazione e nella ricostruzione politico-economica della Regione Marche.
Il contesto storico
L'8 settembre segnò, come ben noto, un crollo della struttura amministrativa e
militare dello Stato Italiano. Allo sbarco gli Alleati trovarono una nazione
fortemente divisa, il cui governo si estendeva solo su un lembo dell'Italia
meridionale. Il resto del paese era in balia delle forze occupanti tedesche, le
quali sostenevano e caldeggiavano le emergenti strutture della Repubblica
Sociale italiana. Il governo legittimo, firmatario dell'armistizio, poté
ricostruire solo lentamente le strutture amministrative e burocratiche dello
stato, e poté farlo solamente sulla scia dell'avanzata verso Nord degli Alleati.
Le forze alleate, occupando nuovi territori nell'Italia meridionale,
necessitarono di forme di governo che esercitassero il controllo del territorio,
spesso a ridosso della linea di fronte e pertanto di forte interesse
tattico-strategico, e soddisfacessero le esigenze più immediate della
popolazione civile. Allo scopo gli Alleati introdussero il regime dell'AMG
(Allied Military Government, ossia Governo Militare Alleato). Il Governo
militare alleato era tecnicamente un corpo speciale, distinto dall'esercito
combattente vero e proprio, composto da un numero piuttosto esiguo di quadri i
quali avevano il compito di riorganizzare la vita amministrativa, economica e
civile dei territori liberati. Lo fecero in forma indiretta e cioè gestendo,
controllando e ricostruendo quanto ancora presente della vecchia struttura
amministrativa dello stato italiano.
Nei piani iniziali il Governo militare doveva essere limitato sia nel tempo che
negli obbiettivi; e limitato sarebbe stato se l'avanzata degli Alleati fosse
stata rapida e decisiva. In una situazione di stallo anche prolungato come
avvenne, gli amministratori alleati dovettero presiedere per lunghi periodi
territori anche vasti. Il loro compito divenne impegnativo: non solo tutelare la
vita civile ed economica, ma anche gettare nuove basi per la ricostruzione, la
dialettica democratica, il tessuto socio-economico, la giustizia, il sistema
educativo, la vita sociale, i trasporti e gli approvvigionamenti; tutto ciò
mentre si continuava a combattere un nemico tenace su un terreno molto più
favorevole al difensore che all'attaccante.
Tra il giugno 1944 e la fine della campagna bellica in Italia, periodo di
liberazione-occupazione da parte degli Alleati, le Marche furono una regione
relativamente "fortunata" se paragonata al sud del Lazio e agli Abruzzi: le
province meridionali e centrali della regione subirono pochi bombardamenti o
cannoneggiamenti e non si registrarono prolungati combattimenti per le strade.
Nella "Stalingrado italiana" di Ortona a Mare, si combatté per 2 settimane da
casa in casa: Ancona invece fu presa in meno di tre giorni ed entro la fine di
settembre del 1944 non si combatteva più in terra marchigiana. I tedeschi, in
ritirata, lasciarono qualche campo minato nei dintorni delle città, molti ponti
demoliti e strade ostruite ma non ebbero il tempo di mettere in atto un'accurata
operazione di "terra bruciata", né di perfezionare le fortificazioni di tutta la
"Linea Gotica". I marchigiani godettero di discrete riserve alimentari fornite
dall'agricoltura locale e dalla pesca, seppur ristretta; le scorte furono tali da
consentire una notevole esportazione verso province più affamate. La popolazione
poté usufruire di ospedali funzionanti, acqua potabile, sufficiente se non
abbondante; mancarono elettricità, benzina, combustibile, pneumatici e
medicinali; i porti furono gravemente danneggiati.
Il territorio marchigiano subì un'occupazione "relativamente pesante", appunto
perché i centri urbani offrivano una buona sistemazione per i servizi logistici,
medici e di deposito dell'Ottava Armata. Le conseguenze poco gradite di tutto
ciò furono la presenza di un grande numero di soldati in permesso, inclini a
cercare conforto nel vino, la requisizione di palazzi pubblici, alberghi,
ristoranti e abitazioni private per alloggiare gli ufficiali, e, più in
generale, lo stazionamento di una truppa poco curante delle strutture e
dell'ambiente1.
La documentazione raccolta nell'ambito del progetto rivela che le unità
combattenti dell'esercito erano interessate alla popolazione civile italiana
solo come serbatoio di manodopera, per la manutenzione delle linee di
comunicazione, e come fonte di cibo, ottenuto in cambio di Amlire o dei generi
di conforto posseduti dai soldati. Le strutture italiane, non escludendo
gallerie d'arte e musei, furono oggetto di requisizioni più o meno arbitrarie,
con scarso o addirittura senza riguardo per la conservazione di antichità e
belle arti, o per le prospettive a lungo termine della ricostruzione economica.
Le proteste, anche accorate, degli ufficiali dell'AMG preposti alla protezione
di Monuments, Fine Arts & Archives spesso non ebbero fortunato riscontro,
di contro prevalsero esigenze logistiche, di natura pratica o di ordine
militare.
Quanto agli ufficiali dell'AMG (poche decine per l'intera Regione Marche), essi
ebbero le specifiche, e spesso contraddittorie, missioni:
- venire incontro alle esigenze operative delle unità militari combattenti;
- prevenire epidemie e disordini;
- stimolare la ricostruzione delle strutture basilari della vita economica e sociale facendo leva sulle risorse italiane rimaste disponibili e ricostituendo, in relativa efficienza, gli organi amministrativi italiani a livello locale;
- proteggere il patrimonio artistico e architettonico del paese.
La storiografia italiana in materia ha sempre voluto vedere il Governo militare
alleato come un sistema omogeneo di pesante controllo sulle sorti del paese.
Secondo Roger Absalom invece tale interpretazione è assai lontana dall'effettiva
realtà perché l'impatto dell'occupazione alleata fu molto differenziato a
seconda delle zone della penisola. Lo studioso ha individuato in tale
differenziazione la caratteristica più forte ed anche la più trascurata
storiograficamente. Nell'Italia centrale, che qui interessa, il controllo
Alleato fu teoricamente assoluto: al governo centrale non veniva nemmeno
permesso di comunicare direttamente con i Prefetti installati dal Governo
militare alleato. Nelle province immediatamente a ridosso del fronte (nelle
Marche la Provincia di Pesaro finché il fronte non si spostò oltre San Marino e
Rimini), il Governo militare veniva esercitato direttamente dal comando
dell'Ottava Armata; mentre nelle province di Ascoli, Macerata ed Ancona il
controllo - sempre teoricamente assoluto - era nelle mani dei Governatori
Provinciali (in genere tenenti o colonnelli), ciascuno dei quali godeva di
un'autonomia feudale nella sua capsula amministrativa, con una tavola di
consiglio costituita, al massimo, da una ventina di ufficiali di minor rango e
dai quadri, più o meno epurati, degli impiegati italiani e dei funzionari
comunali e provinciali rimasti in loco dopo la Liberazione. Piuttosto che
seguire alla lettera le interminabili e spesso inapplicabili direttive della
remota Commissione Alleata installatasi a Roma, alla quale dovevano rispondere
solo indirettamente del loro agire, i Governatori Provinciali dovettero
guadagnare il rispetto delle forze combattenti degli eserciti alleati sul posto,
senza perdere quello dei civili locali.
Tale "sistema asistematico" probabilmente contribuì a fomentare tendenze
autonomistiche di longue durée, spesso latenti, che di certo non
mancavano nelle Marche, regione plurale e tradizionalmente campanilistica, in
mano ad élites emergenti postfasciste.
L'archivio Carima "Marche Liberate" fornendo utili materiali per l'analisi
scientifica del vissuto di una regione dell'Italia centrale in un tale momento
congiunturale critico della sua storia, costituisce una risorsa inedita che
invita ad affrontare molti problemi di recupero ed interpretativi, da quelli più
vasti della campagna militare nella regione, a quelli dell'occupazione e del
governo alleato, e di quanto quest'ultimo influì sulla formazione di una
rinnovata autentica identità marchigiana.
Sistemazione dei documenti e descrizione del fondo-raccolta "Marche Liberate"
I documenti derivanti dagli archivi statunitensi (National Archives College Park
di Washington) sono sistemati secondo gli originali riferimenti del Governo
militare alleato: Indicator, Sub-indicator, Serial Number. Sono
raggruppati in registratori - faldoni numerati quali unità di conservazione -
ognuno dei quali racchiude una serie di buste di plastica contenenti i relativi
documenti. Alle buste sono apposte etichette con i riferimenti originali dei
documenti; da tali riferimenti si possono desumere l'area amministrativa o
provincia, la categoria amministrativa del documento, l'ordine in cui sono
collocati i vari fascicoli, l'arco temporale (mese e anno) coperto dal fascicolo
originale, nonché il Box Number, che si riferisce al sistema di
archiviazione attualmente in uso ai National Archives College Park. È
disponibile anche un microfilm contenente tutti i dati originali degli indici ai
fascicoli della Region V e delle sue Provinces; tali indici sono a
disposizione anche in forma stampata direttamente dal microfilm.
I documenti derivanti dall'archivio di stato londinese sono sistemati secondo le
regolari segnature del PRO (Public Record Office): Department Code,
Series Number, Piece Number: sono anch'essi raggruppati in faldoni -
medesimamente numerati quali unità di conservazione - ognuno dei quali conserva
una serie di buste di plastica contenenti i relativi documenti.
Quasi tutti i documenti londinesi del fondo Alleati sono stati rinvenuti
all'interno dei carteggi del Ministero della Guerra (War Office), con
l'unica eccezione di alcuni importantissimi documenti ritrovati tra i carteggi
della Presidenza di Consiglio (Cabinet Office). Al Department Code
segue il Series number che denota il relativo compartimento
amministrativo militare (es. War Diaries; Intelligence, Operazioni militari) e
il Piece Number che identifica la collocazione numerica dei fascicoli
relativi al compartimento. Si rende noto che i cataloghi del PRO sono
accessibili al link
http://catalogue.pro.gov.uk/.
La totalità dei documenti è redatta in un inglese intriso di termini tecnici
militari e amministrativi; la consultazione del fondo richiede pertanto una
buona conoscenza della lingua inglese2.
La raccolta documentaria include inoltre fotografie, filmati, registrazioni
sonore ed una completa rassegna stampa; ove possibile, i documenti sono
corredati da data, descrizione e località.
Criteri e spunti per la ricerca:
- operazioni militari nelle Marche;
- relazioni giornaliere degli ufficiali britannici di collegamento con le unità dell'Ottava Armata (principalmente quelle polacche del Generale Anders);
- diari di guerra e narrative delle operazioni di divisioni e raggruppamenti dell'Ottava Armata di volta in volta dispiegati sul fronte marchigiano;
- relazioni settimanali e mensili del Regional Commissioner, governatore della V Regione del Governo militare alleato, quelle dei vari Provincial Commissioners, governatori alleati delle quattro Province delle Marche;
- relazioni settimanali e mensili degli ufficiali specialisti preposti a livello regionale e provinciale a specifiche funzioni amministrative (alimentazione, genio civile, pubblica sicurezza, sanità, tutela dei beni culturali, ecc.);
- relazioni iniziali degli ufficiali di punta del Governo militare alleato inviate in prima ricognizione subito dopo la liberazione di ogni Comune (talvolta unica visita documentata in tutto il periodo);
- scambi di corrispondenza tra Governatori Alleati e Prefetti in merito a particolari vertenze.
Principali Indicators e Sub-indicators:
Indicatori:
10500 | Region V (Marche-Umbria) |
10502 | Provincia di Ascoli-Piceno |
10503 | Provincia di Macerata |
10505 | Provincia di Pesaro/Urbino |
10508 | Provincia di Ancona |
Sottoindicatori:
106 | Communes |
107 | District |
115 | General |
127 | Provincial files |
128 | Provincial Commissioner |
142 | Legal |
143 | Public Safety |
144 | Education |
145 | Monuments, Fine Arts & Archives |
146 | Labour |
147 | Communications |
149 | Engineering |
150 | Public Works & Utilities |
151 | Finance |
154 | Economics and Supply |
159 | Agriculture |
163 | Public Health/Welfare |
165 | Welfare |
2 Un ampio glossario inglese-italiano degli acronimi è consultabile nei seguenti volumi, già citati: R. Absalom, Gli Alleati e la ricostruzione in Toscana (1944-45) Documenti anglo-americani, Vol. I, Firenze 1988 e Vol. II, Firenze 2001, e idem, Perugia liberata. Documenti anglo-americani 1944-45, Firenze 2001.